Fedelmente ripreso dalla rubrica Quattro capriole di fumo di Valentina Larcinese, rivista di apicoltura L’Apis, N°8/2024, pagine 32 e 33.
La tassellazione del piano è una raccolta infinita di forme che coprono una superficie piana senza vuoti e senza sovrapposizioni. Le api conoscono la tassellazione da sempre e ne hanno fatto il loro iconico stile architettonico: l’esagono che compone la trama del nido d’ape. Costruiscono un’impalcatura fatta di catene d’api tra il favo in costruzione e la parete della cavità, rimanendo appese per lunghi periodi, ancorate con le proprie zampe a quelle delle compagne. La costruzione ha inizio dalla sommità o da una parete del nido. Ecco perchè è buona norma attaccare i fogli cerei in alto!
Il processo della produzione della cera può essere suddiviso nello svolgimento di due compiti: l’opercolatura delle celle e la costruzione dei favi.
Lo spessore delle celle, misurato grazie alle antenne, è di 0,07 mm e le pareti formano tra di loro angoli di 120°. La costruzione del favo avviene sempre perpendicolarmente al suolo e la distanza tra due favi successivi ha un passo costante, detto spazio d’ape, di circa 0,9 cm: è lo spazio occupato da due api disposte schiena contro schiena, che consente anche il passaggio di correnti d’aria. La scoperta di questa distanza è dovuta a Lorenzo Langstroth che intuì che esiste una distanza costante tra due favi e che gli consentì l’ideazione del favo mobile e quindi la nascita dell’apicoltura razionale.
Sebbene il massimo funzionamento delle ghiandole della cera sia abbia nelle api di età compresa tra gli 8 e i 15 giorni, l’opercolatura può essere svolta da operaie molto giovani. L’opercolatura da parte di giovani api, quelle le cui ghiandole ceripare non sono ancora completamente attive, è possibile perchè il più delle volte la cera viene riciclata. Una singola cella richiede circa sei ore per essere opercolata e l’apporto del lavoro di centinaia di api.